L’Abbadessa Donna Maria Maddalena Mobìli

Palazzo Simoncelli, Boville ErnicaCome in ogni comunità ben avviata, fiorirono di tanto in tanto anche nel nostro monastero, anime di elette virtù in cui lo Spirito fece rifulgere eccezionali splendori di Grazia.

Si ha memoria, in particolare, di Donna Maria Maddalena Mobìli nata a Monte San Giovanni Campano nel 1806 e morta abbadessa della comunità di Boville il 30 ottobre 1873 all’età di 67 anni dopo circa 50 anni di vita consacrata. Un breve profilo della sua figura dovuto alla penna del gesuita concittadino Padre Modesto Fratarcangeli dell’anno 1890, ci fa conoscere come già la spinta al suo ingresso in Religione fu accompagnata da segni singolari.

Mantenne per tutta la vita un candore battesimale e una semplicità di spirito sorprendente, tali da attirare una particolare predilezione divina. Amò intensamente il Salvatore Gesù Cristo verso la cui figura di Bambino nutrì una profonda devozione. Ogni Natale preparava al suo Bene un copioso «corredino» di opere buone: per lei scarpine, cuffietta, fasce, camicetta, caldo del bue e dell’asinello, erano tante preghiere, mortificazioni, astinenze, visite a Gesù in sacramento, custodia dei sensi, atti di carità ecc.. Anima di Dio! Che profumo di semplicità, che altezza di virtù in questi piccoli gesti! Guardando oggi a coloro che affogano nell’odio, nel vizio e confrontandoli con anima semplice, bella di Donna Maria Maddalena vien da riconoscere quanto sia vero  che Dio ami trovare le sue compiacenze nei semplici anziché nei sapienti o nei potenti della terra.

Riferivano le Monache antiche che ebbe grande spirito di orazione, grande trasporto alla Santa Eucaristia al punto da chiedere con affabile insistenza ed ottenere dal Vescovo Diocesano il privilegio per se e la sua comunità di potersi accostare giornalmente alla Santa Comunione. Fu tale il contento di spirito che ne ebbe che volle esternarlo allo stesso Vescovo con le seguenti espressioni: «…Sia io che tutta questa Religiosa Comunità veniamo a ringraziarla del permesso che con tanta bontà si è benignata accordarci della Santa Comunione quotidiana. Monsignore mio le assicuro che per noi questa è stata una grazia tanto grande che io non la posso esprimere con la penna onde potere in qualche modo far conoscere il contento che proviamo nel ricevere ogni giorno il nostro Sposo».

Dio operò cose straordinaria per suo mezzo sia a favore delle consorelle che di persone estranee alla comunità che a lei ricorrevano per ottenere grazie e favori celesti. E questo anche dopo morte, come si legge nella biografia di Padre Fratarcangeli.

Sono degni di rilievo i giudizi che su di lei espressero numerosi e degni religiosi che la conobbero e la guidarono nelle vie dello spirito. Il Padre Carmine Carboni, Redentorista, soleva ripetere: «Che anima grande! Oh! Se l’aveste conoscuita!». Il Padre Francesco Cappucino nelle sue lettere la dichiarava «Un’anima tutta celeste». I Padri Passionisti ai quali ricorreva la signorina Carolina Mobìli, nipote della Madre Maddalena, per qualche aiuto spirituale, facevano meraviglie nel vederla premurosa nel ricercare aiuto presso altri, mentre poteva ricorrere alla zia per essere prontamente esaudita. Degne di considerazione anche l’espressione che un virtuoso sacerdote dell’epoca scrisse ad una sua conoscente: «Donna Maria Maddalena Abadessa tante volte ho avuto il bene di conoscerla e trattarla. Da Gesù Cristo apprese buone cose che mi riguardavano; le quali cose mi sono state sempre di conforto e consolazione; morì in odore di santità. Era una colomba innocentissima. Oh! La semplicità di quell’anima! Oh! La bontà, la carità! Quando io le parlavo al parlatorio ero fuori di me».

Nonostante siano trascorsi tanti anni dalla sua morte, la sua memoria è ancora viva nell’odierna comunità cui lascia ricco patrimonio di richiamo alla virtù ed alla santità.

Dal libro “Il Monastero Benedettino di S. Giovanni Battista in Boville Ernica e i suoi 350 anni di vita” di Don Giuseppe Paglia