L’abito Monastico

 

L’Abito monastico, segno visibile di consacrazione al Signore, richiama ad ogni monaca il suo impegno ascetico e le radicali rinunce evangeliche. Sia semplice e modesto, povero ma decoroso. L’Abito sia uguale per tutte le monache del Monastero in segno di fraternità e di comune servizio all’unico Signore. Anche oggi ogni buon monaco si gloria di portarlo con amore e decoro.

Definito così dai Santi Padri:

La tonaca del monaco o della monaca è il simbolo della grazia di Dio, segno della nuova condizione di vita, ed è proprio di coloro che dovunque portano sul loro corpo la mortificazione di Cristo al fine di impedire le passioni del corpo contrarie alla ragione e mortificare i vizi dell’anima con l’adesione al bene: i monaci, infatti, amano la povertà ed evitano l’avarizia. Le mani scoperte, invece, indicano la mancanza di finzione nel loro comportamento.

Lo scapolare che avvolge le spalle dei monaci è il simbolo della fede in Cristo; essa accoglie i mansueti, reprime sempre tutto quello che è d’impedimento e provvede ad essi una libera attività. Lo scapolare viene chiamato da alcuni: “pazienza” perché ricorda al monaco l’accoglienza paziente e amorosa di se stesso e del prossimo: “sopportino con grande pazienza le loro debolezze fisiche e morali” (cap.72 RB).

Il velo con cui le monache si coprono il capo, le distingue come vergini consacrate al servizio di Cristo e del suo corpo mistico che è la Chiesa; esse con la professione solenne depongono nelle mani di Dio il proposito di verginità di cui Lui stesso è l’ispiratore, per farne a Sé un’offerta devota e pura. Dio chiama a realizzare al di là dell’unione coniugale, il vincolo sponsale con Cristo di cui le nozze sono immagine e segno.

La cocolla che le monache ricevono nella loro consacrazione monastica, è  il vero abito corale  che ricorda lo stile di vita del S.P. Benedetto e che esse assumono come proprio  con la loro professione solenne, rivestendosi dell’uomo nuovo creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera.