Salone di Rappresentanza

 

«Appena viene annunciato l’arrivo di un ospite, il superiore e i monaci gli vadano incontro, manifestandogli in tutti i modi il loro amore; per prima cosa preghino insieme e poi entrino in comunione con lui, scambiandosi la pace. Questo bacio di pace non dev’essere offerto prima della preghiera per evitare le illusioni diaboliche.

Nel saluto medesimo si dimostri già una profonda umiltà verso gli ospiti in arrivo o in partenza adorando in loro, con il capo chino o il corpo prostrato a terra, lo stesso Cristo, che così viene accolto nella comunità» (RB 53, 3-7).

Nel nostro Monastero in ottemperanza alla Santa Regola, non manca un ampio spazio dedicato esclusivamente all’accoglienza di quanti nella Chiesa sono stati costituiti Pastori e quindi in modo particolare sono rappresentanti di Cristo Buon Pastore.

È il Salone di Rappresentanza al quale si accede mediante la “Scala del Paradiso” il luogo che accoglie in tutta la sua bellezza e semplicità tali illustri ospiti, circondati dal calore e dall’affetto dell’Abbadessa e di tutta la Comunità riunita.

Detto Salone di Rappresentanza in passato quando rispondeva alle sue funzioni di Palazzo nobiliare, era il luogo d’ingresso all’intera struttura e fungeva da punto centrale e da snodo per accedere alle ali dell’intero complesso. Era qui secondo la tradizione che il Cardinale titolare veniva accolto nei suoi soggiorni estivi.

Entrando si rimane col fiato in gola per l’enorme altezza della sala coperta interamente da capriate lignee e dal prezioso pavimento riportati al suo originale splendore dopo la recente ristrutturazione. Essendo l’allora Cardinale Ennio Filonardi Governatore di Castel Sant’Angelo, quindi collaboratore dei Pontefici di quegli anni venne a contatto con le loro famiglie (Farnese e Della Rovere) a tal punto da riprodurre quale motivo decorativo della pavimentazione due segni tratti dall’araldica: il giglio e la quercia.

Degno di nota è il camino ubicato al centro sul quale domina lo scudo gentilizio della famiglia Filonardi.